Le implicazioni sociali, culturali e antropologiche del concetto di cura e medicina in un contesto critico come quello delle pandemie: questo il focus del Crash Course che ha visto protagonisti gli alunni e alunne della classe seconda del Liceo Steam International Parma.

Un modulo interdisciplinare tra le materie di history, biology e italiano tenuto dal Prof. Gianfranco Cervellin, già direttore del Pronto Soccorso e del Dipartimento Emergenza-Urgenza Provinciale Inter-aziendale (DEU) di Parma e Presidente dell’Academy of Emergency Medicine and Care (AcEMC).

Un excursus che dalla nascita della vita sulla terra, dai microrganismi e dal confronto con la loro capacità di generazione rispetto a quella dell’uomo (30 minuti contro i 30 anni umani) è arrivato ad analizzare le tappe fondamentali della scienza nella comprensione di questa parte del mondo biologico, per giungere a ripercorrere tutte le grandi pandemie che hanno costellato la storia fino ad oggi. Fino all’ultima grande pandemia mondiale che ci ha colti completamente impreparati: il covid.

Una linea del tempo la cui lettura si intreccia con le grandi scoperte di scienza, biologia e medicina, ma anche con quelle politiche e sociali. Scoperte che ancora oggi dettano il passo nella conoscenza delle evoluzioni di microrganismi e virus (come nel caso dei postulati di Koch, criteri destinati a stabilire la relazione di causa-effetto che lega un microrganismo a una malattia).

Il Prof. Cervellin è riuscito a tratteggiare un quadro storico che testimonia la stretta interazione con le epidemie, delineandone il ruolo nei cambiamenti che hanno interessato popoli, economia, religione e cultura.

Con la cosiddetta “peste di Atene”, ad esempio, si è smesso di credere che le epidemie fossero eventi soprannaturali per cominciare a riflettere sulle loro cause reali e mediche. La “peste Antoniana”, in realtà vaiolo o morbillo, si è rivelata determinante per la crisi dell’Impero Romano. La “peste di Cipriano” ha portato all’affermazione del Cristianesimo, perché vi era il bisogno una religione capace di dare agli uomini una prospettiva ultraterrena.

La “peste nera” è stata la miccia del cambiamento della società tardo Medievale e della spinta verso il Rinascimento. Perché a mutare sono la comunità, la coscienza delle persone, che cominciano a interrogarsi sui ‘perché’ creando le prime nozioni di sanità pubblica proprio per riuscire ad arginare le pestilenze. Una fra tutte, la quarantena che ancora oggi ben conosciamo.

La pestilenza trasforma gli organismi, la demografia, la storia, la cultura, la religione e l’economia. E questo perché, osservando le evoluzioni, si comprende quanto la società riesca a trarre beneficio dalla tragedia della pandemia per evolversi, reinventarsi e rinforzarsi dal punto di vista medico-scientifico e sociale.

Tra grandi scoperte mediche, grandi pandemie e arrivo dei vaccini, la domanda che il Prof. Cervellin ha posto è legata alla possibilità di arginare la diffusione dei virus in un mondo globalmente collegato. Si tratta di un quesito provocatorio: 2 miliardi di persone all’anno si spostano con voli aerei, possiamo veramente contenere una pandemia già esplosa?

Secondo il Prof. Cervellin, quando si uniscono fortuna e conoscenza scientifica sì. Proprio questo è riuscito a fare il microbiologo Carlo Urbani, nel momento in cui ha bloccato la diffusione della SARS, dimostrando l’importanza del distanziamento e delle mascherine.

“Il tema sul quale si è incentrata la lezione è stato quello della forte influenza che hanno avuto alcune epidemie sulla storia dell’evoluzione umana, e viceversa: ovvero, alcune pandemie hanno influito sulla storia e, parallelamente, alcune decisioni storiche hanno condizionato le pandemie. – sottolinea il Prof. Cervellin – Ecco, secondo me è importante che i ragazzi capiscano che la storia non è fatta solo di battaglie, di re e regine, papi e principi ma anche di batteri e virus che possono modificare le dinamiche delle popolazioni e i loro movimenti”.

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